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25 marzo 2006: inaugurazione del Centro Polifunzionale










                           La pietra del sole

                           All’ingresso del Centro Polifunzionale è collocato un cippo in pietra di ardesia, dono
                           alla Fondazione di un gruppo di benefattori.

                           La pietra, proveniente dall’Etiopia, presenta le tipiche striature naturali che le hanno
                           valso il nome di ‘Pietra del sole’.

                           La scultura vuole offrire una libera reinterpretazione del logo della Fondazione: il sole
                           è richiamato dai colori della pietra su cui due lastre d’acciaio si stringono l’una nell’altra.

                           L’ideatore dell’opera ci guida a comprendere il significato in essa racchiuso:

                                      “Il senso di questo accostamento di forme, colori e superfici diverse
                                         vuole evocare il gesto dell’accogliere l’altro, dell’aiuto, del portare il
                                                  peso… in questo specifico caso, l’aiuto per l’anziano.

                                                     Il contrasto di colore, superficie e regolarità della
                                                       forma che c’è tra le due lastre vuole sottolineare
                                                          e ricordare proprio i due stadi della vita
                                                           dell’uomo, la giovinezza e la maturità: la
                                                              prima (a destra) più brillante, decisa e
                                                                forte, in grado di sostenere; la seconda
                                                                più contorta e invecchiata ma piena di
                                                                colore e ‘carattere’.

                                                                 L’augurio è che la convivenza tra
                                                                 queste due realtà possa giovare ad
                                                                  entrambe: gli anziani possano trovare
                                                                  sostegno nei giovani, i giovani
                                                                  possano apprendere e maturare
                                                                 dall’esperienza”.
























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